Quest’anno ho navigato su un fiume in piena, ho sgomitato in una città affollata dove parlano una lingua incomprensibile, ho scalato le montagne, ho visto villaggi innevati decimati dalla Peste Nera, sono stato in un orfanotrofio infestato, ho messo a posto gli scaffali di un negozietto alienante, ho visitato un’isola piena di stranezze e ho complottato tra i banchi di scuola contro le ingiustizie di una maestra. Solo per citare alcuni dei libri letti quest’anno.
Vuoi vederli tutti? Eccoli.
Mi sono reso conto che le classificazioni di Goodreads non mi vengono incontro quando si tratta di stilare una classifica dei preferiti del 2018. O meglio, preferisco fare una top 5 dei libri che mi sono rimasti più impressi e a cui ripenso spesso piuttosto che riassumere quelli a cui ho dato cinque stelle.
- A Little Life di Hanya Yanagihara
- La porta di Magda Szabó
- Le cose che abbiamo perso nel fuoco di Mariana Enriquez
- Epepe di Ferenc Karinthy
- Simon vs. the Homo Sapiens Agenda di Becky Albertalli
Per il resto: ho letto 48 libri, di cui 25 in inglese e 23 in italiano. Escludendo due antologie di autori vari, ho letto 25 autrici e 21 autori. Sono contento anche del pizzico di varietà in più rispetto se non altro all’anno scorso: ho letto scrittori/scrittrici indiani, pakistani, nigeriani, ungheresi, francesi, belgi, catalani, argentini, cinesi, giapponesi, tedeschi, austriaci. Ho letto dieci romanzi e almeno due raccolte con personaggi LGBTQ+. Ho riletto Il cardillo addolorato, che probabilmente sarà il primo articolo dell’anno nuovo.
Uno dei propositi da lettore per il 2019 è di non farmi dirottare troppo dalle novità che sono sulla bocca di tutti, anche perché trovo spesso più soddisfacente leggere libri che ho in lista da un sacco di tempo, a prescindere se finiscano per piacermi o meno.
Detto questo, ci sono diversi libri che aspetto per il 2019. A gennaio esce Gli scomparsi di Chiardiluna, il seguito di Fidanzati dell’inverno, e a febbraio torna in libreria l’autrice di All the Birds in the Sky, Charlie Jane Anders, con The City in the Middle of the Night.
Tra gli altri incerti ritorni: forse The Secret Commonwealth, il seguito di La Belle Sauvage, vedrà luce a fine anno? A quando le ultime fatiche letterarie di VanderMeer (Hummingbird Salamander, Dead Astronauts, ambientato nello stesso mondo di Borne, e la serie young adult Jonathan Lambshead and the Golden Sphere)? Possiamo davvero riporre speranze in un’uscita di The Winds of Winter entro l’anno prossimo?
Ma i libri per cui sono più in fibrillazione hanno date ben precise:
- Il 15 gennaio esce You Know You Want This, il debutto di Kristen Roupenian, l’autrice del racconto virale del 2017, Cat Person. Ha rapito anche me e ho aspettative molto alte per questa raccolta.
- Il 5 febbraio si comincia con Black Leopard, Red Wolf, primo di una trilogia fantasy dalla penna di Marlon James, vincitore nel 2015 del Man Booker Prize con A Brief History of Seven Killings. Descritto come il Game of Thrones africano, promette benissimo e dalla sua ha anche una fantastica copertina.
- Il 5 marzo torna in libreria Helen Oyeyemi con Gingerbread, storia di una madre e di una figlia e della loro ricetta segreta del marzapane. Di Oyeyemi, di cui in Italia è stato pubblicato Boy, Snow, Bird da Einaudi, non ho ancora letto tutto, ma come il mio amore per What Is Not Yours Is Not Yours rispetto a White is for Witching dimostra, se possibile preferisco proseguire con i nuovi libri anziché recuperare tutti i vecchi.
Infine, una riflessione sul blog. Come dicevo all’apertura, sono dieci anni (anzi, undici e mezzo!) che scrivo i miei pareri sui libri, prima su aNobii e poi su Goodreads. Sono contento di essermi deciso ad aprirlo: mi piace avere un contenitore dove dilungarmi a parlare di libri.
Allo stesso tempo, però, ho capito anche che mi piace buttare giù due righe senza troppi pensieri, che siano appunti su un diario o un commento al volo su Goodreads (è un brutto vizio, altrimenti i libri mi sembra di non averli neanche letti).
Non è per dire che il blog sta già chiudendo, bensì che d’ora in poi scriverò recensioni strutturate solo per i libri di cui voglio assolutamente dire qualcosa. Insomma, più tempo libero per fare altro.
Tipo leggere.